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Scheda

Case e aree produttive protostoriche presso la Pieve di San Giorgio di Valpolicella – Sant’Ambrogio di Valpolicella

Piazza della Pieve – San Giorgio di Valpolicella – 37010 Sant’Ambrogio di Valpolicella (VR)
Tel. 045 7701018 – Fax 045 6801786
Presentazione


L’area archeologica dietro la Pieve di San Giorgio comprende i resti di un abitato con area produttiva risalente all’età del Ferro (V-III sec. a.C.). Delle otto strutture rinvenute nel corso degli scavi ne sono state conservate e valorizzate tre: un laboratorio per la lavorazione dell’osso e del corno, uno per la lavorazione del metallo, una cisterna. Il sito si colloca a ridosso dell’abside orientale della Pieve, su un pendio piuttosto scosceso. La visita si snoda lungo un percorso prestabilito e si conclude in una terrazza dalla quale si può ammirare lo splendido panorama dei monti Lessini.

Storia della ricerca e degli studi

I primi rinvenimenti nell’area risalgono al 1975. Lo scavo sistematico venne eseguito tra il 1985 e il 1989 dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto, in occasione del progetto di riqualificazione dell’area intorno alla Pieve di San Giorgio. Le aree scavate si collocano a est e a sud della Pieve. Nel settore sud, oggi ricoperto, venne in luce un edificio con pavimentazione in lastre di calcare ristrutturato dopo il 1300. Nel settore est vennero in luce sette strutture seminterrate riferibili ad un periodo compreso fra il Bronzo Medio avanzato e l’età del Ferro, interpretate complessivamente come aree produttive.

Contesto geografico e urbanistico

L’area archeologica si colloca all’interno dell’abitato di San Giorgio di Valpolicella, un piccolo borgo situato a circa 350 m. di altitudine sulle ultime propaggini occidentali dei Monti Lessini, la cui posizione dominante e isolata consente di controllare la pianura, fino al lago di Garda.

Cronologia

V – III sec. a.C.

Descrizione

L’evoluzione dell’insediamento archeologico rinvenuto a est della Pieve di San Giorgio si articola in tre momenti principali:
– Bronzo medio avanzato, a cui si riferisce la sola struttura B, interpretata come fondo di capanna;
– età del Ferro, fine V-inizi IV a.C.: a questo momento si riferiscono il ripostiglio (struttura A), la canaletta (struttura D), la cisterna (struttura E), e il laboratorio metallurgico, inizialmente utilizzato per la lavorazione del ferro, poi per quella del bronzo (struttura G). Per questa fase, l’analisi dei depositi della cisterna e del laboratorio fornisce informazioni circa le attività agricole del villaggio, prevalentemente rivolte alla coltura di cereali;
– età del Ferro, seconda metà del IV-inizi del III sec. a.C.: in questo momento il laboratorio (struttura G) viene trasformato in abitazione, e vengono ricolmati la cisterna e il ripostiglio (rispettivamente, strutture E e A). Al di sopra della cisterna viene costruito un corridoio di accesso alla struttura C, interpretata come laboratorio in cui venivano lavorati il corno e le fusarole di pietra. In questa fase l’economia del villaggio si basa sull’allevamento (bovini e caprovini) e sulla coltivazione di cereali e leguminose.
Quanto oggi visibile nell’area archeologica della pieve di San Giorgio si compone di tre strutture dell’età del Ferro riferibili ad un più ampio complesso. L’ingresso si colloca all’angolo sud-occidentale dell’area e introduce ad un percorso prestabilito che si sviluppa su piani diversi, consentendo di visitare, in sequenza, le strutture C (allo stesso livello dell’ingresso), E (ad un livello inferiore rispetto all’ingresso), G (al livello più basso dell’area).
La struttura C, immediatamente a ridosso della chiesa, risulta parzialmente scavata nella roccia, secondo la tipologia edilizia dell’età del Ferro in area alpina: parte degli alzati e delle coperture erano in lastre di calcare locale. L’articolazione dell’edificio, una stanza quadrangolare preceduta da un corridoio di ingresso, e i materiali rinvenuti fanno ipotizzare che esso fungesse da laboratorio per il corno e per le fusarole in pietra, e che sia da riferire ad un periodo compreso tra la seconda metà del IV e gli inizi del III sec. a.C.
La struttura E è costituita da una fossa a pianta rettangolare con pareti verticali ed è stata interpretata come cisterna, attiva nella fase più antica dell’insediamento (V-IV sec. a.C.) e poi obliterata nella fase successiva (tra la fine del IV e gli inizi del III sec. a.C.).
La struttura G si colloca sull’ultimo terrazzamento. Ha pianta rettangolare ed è tagliata nella roccia per una profondità di circa 180/200 cm; la copertura e almeno una delle pareti dovevano essere in lastre di calcare, mentre la pavimentazione era in terra battuta. I rinvenimenti consentono di affermare che, nella fase più antica dell’insediamento (V-IV sec. a.C.), l’edificio venne usato come laboratorio metallurgico. I resti ceramici, faunistici e paleobotanici, assieme ai rifacimenti strutturali, consentono di ipotizzare che tra la fine del IV e gli inizi del III sec. a.C. l’edificio sia stato trasformato in semplice abitazione.


Accesso

Tipo di Accesso: Negli orari di apertura

Visitabilità: Interno

Biglietto: No

Accesso per le Scuole

Orari

Giorni di Apertura
Orario Quando Specifiche
Unico Domenica 9-12, 15-18

Tempo suggerito per la visita (in minuti): 40

Servizi didattici

Pannellistica


Bibliografia di riferimento

Mangani E., Rebecchi F., Strazzulla M.J. , Emilia, Venezie (Guide Archeologiche Laterza), Bari 1981, pp. 181.
Salzani L., S. Giorgio Ingannapoltron (Comune di Sant’Ambrogio di Valpolicella – Verona), in Quaderni di Archeologia del Veneto, II, 1986, pp. 98.
Brugnoli P., Salzani L., San Giorgio di Valpolicella: scavi archeologici e sistemazioni museali, Verona 1992.
Bonetto J., Veneto (Archeologia delle Regioni d’Italia), Roma 2009, pp. 462.


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