Complesso Museale di San Paolo, Via XXVIII aprile - 35043 Monselice (PD)
Tel. 0429 72628 - Fax 0429 711498 |
Sito Web http://musei.provincia.padova.it/portale/Scheda_Museo.aspx?cod_museo=10 |
Presentazione
Il Museo Civico “Stefano Piombin” è composto da una raccolta epigrafica comprendente una decina di iscrizioni romane private rinvenute nei pressi di Monselice, antico vicus sorto intorno alla metà del I sec. a.C. non distante dalla colonia di Ateste. Il materiale esposto rappresenta parte delle testimonianze raccolte, dato che un nutrito numero di opere recuperate in quest’area ora arricchiscono altri musei italiani ed esteri. Dal 2012 Il Museo è stato trasferito nel complesso monumentale della restaurata chiesa di San Paolo.Storia della collezione museale
Il Museo Civico nacque nel 1998, ma l’esigenza di un allestimento che contenesse il materiale raccolto nel territorio di Monselice era sentita da tempo. E’ noto infatti che già l’Abate Francesco Sartori, nel 1858, raccolse nel suo “Gabinetto di Lettura”, sito a Monselice presso l’odierno palazzo di proprietà Regazzoni, alcune lapidi e qualche dipinto. Neanche una decina di anni dopo, la sua raccolta venne trasferita nell’ex palazzo Pretorio, dove nel corso degli anni fu affiancata da ulteriore materiale lapideo proveniente dalle campagne circostanti. Nel 1921 la Giunta comunale spostò il Lapidario nella scuola Vittorio Emanuele II, fino a quando, nel 1980, tutto il materiale fu accatastato presso il Castello di Monselice. Fortunatamente in seguito, grazie ad una maggiore sensibilità culturale, la collezione conobbe una nuova catalogazione, che portò all’odierno allestimento presso Villa Pisani.
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Sala unica Il percorso inizia con due pannelli che illustrano i principali siti archeologici del territorio di Monselice, chiarendo le dinamiche del popolamento dell’area nel corso dei secoli, dall’età neo-eneolitica a quella romana. La maggior parte dei siti di età romana è riconducibile alla sfera funeraria, motivo per cui il materiale del museo risulta composto quasi esclusivamente da lapidi e iscrizioni sepolcrali.
La prima lapide esposta è una stele a edicola, un tempo reimpiegata in una parete della Chiesa di San Paolo. Dall’analisi dell’iscrizione e della pettinatura della defunta si riesce a comprendere che si doveva trattare di una liberta (Cassia Marci liberta Auge) che visse ai tempi di Caligola (37-41 d.C.). Segue un’altra edicola funeraria (proveniente dalla Pieve di Santa Giustina), di epoca tiberiana (14-37 d.C.), con arco modanato sorretto da pilastrini terminanti con capitelli tuscanici, che incorniciano il ritratto di tre personaggi. La base del monumento, dove probabilmente erano scritti i nomi dei defunti, è mutila. L’ultima stele ad edicola esposta è quella di Quintus Vitonius e della liberta Vitonia Ifigenia, ma purtroppo si presenta lacunosa.
Seguono quattro termini funerari, tutti recanti le misure dell’area sepolcrale e attribuibili alla prima metà del I sec. d.C.
Notevole è anche la stele che Tiburtia Quarta fece erigere al figlio Lucio Sincio Draco, soldato della guardia pretoriana (coorte V pretoria), morto prematuramente all’età di 29 anni. La lastra funeraria presenta lo specchio epigrafico delimitato da paraste scanalate, terminanti in un frontone decorato da uno scudo umbonato e due lance incrociate, volte a richiamare l’attività del defunto.
All’interno della sala spicca un lacerto di monumento funerario risalente alla fine del I sec. a.C.-inizi I sec. d.C. Esso presenta sul lato principale un cespo d’acanto da cui spuntano due steli con volute spiraliformi e fiori, su un fianco due scudi circolari e due lance incrociate e sull’altro una lorica e una manica. La presenza di un perno in ferro sotto le decorazioni lo qualifica come elemento di una scultura commemorativa funeraria complessa, forse circolare, o parte di un recinto sepolcrale.
Accanto ai monumenti funerari non si deve trascurare la presenza di alcuni manufatti votivi. Un esempio interessante è l’ara, della prima metà del I sec. d.C., di Castricius Spongiarius. Si tratta di un altare di forma parallelepipeda che ricorda lo scioglimento del voto compiuto da un commerciante di spugne e dedicato ad una divinità ignota. |
Accesso
Tipo di Accesso: Negli orari di apertura;
Biglietto: No;
Accesso per le Scuole
Accessibilità Disabili
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Tempo suggerito per la visita (in minuti): 30 |
Servizi per l'utenza
Servizi igienici |
Servizi didattici
BrochureItaliano Pannellistica Italiano Didascalie delle opere Italiano Spazi per altre attività |
Bibliografia di riferimento
Bonetto J., Veneto (Archeologia delle Regioni d'Italia), Roma 2009, pp. 407-408. |