Via Pio La Torre (Chiesa di Santa Maria di Lugo) - 30010 Campagna Lupia (VE)
Tel. 041 5145911 (Numero Comune) - Fax 041 460017 (Fax Comune)
Sito Web http://www.comune.campagnalupia.ve.it
Presentazione
Il Museo Archeologico di Campagna Lupia, ubicato presso la medievale chiesa di Santa Maria di Lugo, raccoglie le testimonianze preromane e romane scoperte nel tempio di Lova. Le prospezioni geofisiche, le analisi geosedimentologiche e i saggi di scavo hanno qui rivelato la presenza di un complesso architettonico santuariale, forse correlato ad un ramo del fiume Meduacus, ascrivibile ad un arco cronologico compreso tra il II sec. a.C. e il I sec. d.C. I reperti rinvenuti in quest’area sono disposti in cinque vetrine all’interno della chiesa.
Storia della collezione museale
Le prime indagini del monumentale complesso architettonico di Campagna Lupia furono condotte dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto tra il 1990 e il 1993. I reperti vennero musealizzati nel 1995, quando fu inaugurato il Museo Archeologico di Santa Maria di Lugo. Nel 2008 il sagrato della chiesa fu oggetto di indagini archeologiche da parte dell’Università di Padova, che portarono all’identificazione di una necropoli veneta e di un precedente sito romano.
Chiesa di Santa Maria di Lugo
All'interno di cinque vetrine sulla destra sono esposti i reperti rinvenuti durante gli scavi del 1990-93 del Santuario Paleoveneto di Lova. La prima vetrina custodisce una quantità considerevole di bronzetti votivi preromani (III-II sec. a.C.), che presentano schemi figurativi semplici. La maggior parte riproduce devoti maschili nudi con braccia aperte e gambe divaricate. Accanto a questo schema figurativo preponderante sono presenti anche ex voto (una gamba) e figure di cavallini e cavalieri. La seconda vetrina contiene quattro splendidi anelli d’oro di età romana (fine I sec. a.C.- inizi I sec. d.C.), probabilmente donati per grazia ricevuta nel santuario. Il primo è del tipo a fascetta con castone piatto e reca incisa la dedica OSTIS, di significato ancora incerto; il secondo è a cammeo di pasta vitrea e raffigura un grifo attaccato da un serpente; il terzo è caratterizzato da una gemma vitrea raffigurante la Dea Roma seduta, mentre l’ultimo è a verghetta, con castone appena accennato recante una spiga incisa. All’interno della terza vetrina è esposta una collezione di otto monete di età romana. Si tratta quasi esclusivamente di esemplari di assi bronzei, ad eccezione di una dracma venetica. La quarta vetrina mette in mostra i rinvenimenti ceramici portati alla luce all’interno dell’area santuariale, che coprono un arco cronologico che va dalla fine del II sec. a.C. alla prima metà del I sec. d.C. Tra questi si devono ricordare ciotole, patere e vasi in ceramica grigia, a vernice nera e in terra sigillata nord-italica. L’ultima vetrina accoglie le decorazioni architettoniche fittili (acroteri a foglie d’acanto o a palmette; antefisse con volto di satiro o di gorgone) che ornavano i tetti degli edifici pertinenti al santuario.
Accesso
Tipo di Accesso: Su prenotazione; Biglietto: No;
Accesso per le Scuole
Accessibilità Disabili
OrarioQuandoSpecifiche
Estivo/InvernaleLunedìSolo su prenotazione
Estivo/InvernaleMartedìSolo su prenotazione
Estivo/InvernaleMercoledìSolo su prenotazione
Estivo/InvernaleGiovedìSolo su prenotazione
Estivo/InvernaleVenerdìSolo su prenotazione
Estivo/InvernaleSabatoSolo su prenotazione
Estivo/InvernaleDomenica15.00 – 18.00


Tempo suggerito per la visita (in minuti): 15
Servizi per l'utenza
Servizi igienici
Parcheggio
Punti di sosta
Servizi didattici
Guide a stampa Brochure
Italiano e Inglese.
Pannellistica
Italiano.
Didascalie delle opere
Italiano.
Supporti informativi multilingue: Inglese
Brochure
Visite guidate
Bibliografia di riferimento
Il santuario alle foci di un Meduaco. Indagini archeologiche a Lova di Campagna Lupia , a cura di Bonomi S., Padova 1995.
Carraro G., Tesori di Campagna Lupia. I reperti monetali del fondo Lazzari-Marchiori, Campagna Lupia 2008.
Bonetto J., Veneto (Archeologia delle Regioni d'Italia), Roma 2009, pp. 435.