Sezione A La prima sezione è introdotta da un pannello che illustra i siti di provenienza dei reperti esposti nelle vetrine.
Il percorso museale ha inizio con una grande esedra espositiva composta da quattro vetrine. All’interno della prima sono raccolti i materiali provenienti da una grotta sul colle di S. Pietro a Sarcedo. La seconda vetrina ospita i reperti scoperti nei siti di Covolo di Lusiana e di Velo di Lusiana. Dal primo sito provengono materiali ceramici, litici e in osso di età tardo-neolitica ed eneolitica (fine IV-inizi III millennio a.C.). A Velo di Lusiana sono emersi numerosi strumenti in selce e pochissimi frammenti ceramici, attestanti la presenza di un insediamento stabile tra il tardo Neolitico/Eneolitico e le fasi iniziali dell’età del Bronzo.
Il sito in grotta di Bocca Lorenza ha restituito sia ceramiche di uso domestico del tardo Neolitico, che ne testimoniano la funzione di luogo di ricovero in questa fase, sia altri materiali che comprovano il riutilizzo del sito, durante l’Eneolitico, come area sepolcrale. All’interno della terza vetrina è esposto parte del materiale rinvenuto nella grotta: olle e dolii di impasto grossolano, vasi a bocca quadrilobata, scodelle a bocca rotonda, vasi globosi, una spatola in osso e alcuni esempi di industria litica. Da Bocca Lorenza provengono anche altri materiali dell’età del Ferro, di età romana e di età medievale (esposti al termine della sezione B).
La vetrina che conclude l’esedra espositiva accoglie soprattutto materiali ceramici del Bronzo recente (XIII-XII sec. a.C.) e finale (XI-X sec. a.C.) provenienti da Rotzo, località Bostel, e da Piovene Rocchette. Al primo sito appartengono prese di grandi doli, parti di olle, anse a bastoncello di boccale tipo "Luco" e uno spillone bronzeo tipo "Marco". Il secondo ha restituito anse a nastro, parti di scodelle e un fondo di grande vaso del Bronzo recente.
Si incontra poi una serie di tre vetrine disposte in modo rettilineo. La prima vetrina espone diverse testimonianze provenienti dal Monte Corgnon di Lusiana, sede di un insediamento fortificato, come testimoniato dai materiali ceramici esposti (dolii con prese e cordoni, olle con anse a nastro, tazze con anse ad apofisi cornute, scodelle e vasi biconici decorati), riferibili al Bronzo recente e finale. All’interno della stessa vetrina, e in parte di quella seguente, sono raccolti i frammenti di vasellame del Bronzo recente (XIII-XII sec. a.C.) e finale (XI-X sec. a.C.) recuperati a Santorso, Valle del Castello. Nella stessa bacheca sono presentate testimonianze fittili provenienti da Santorso, Magrè e Piovene-Castel Manduca. Inoltre da Laghi, località Vanzi, proviene una splendida punta di lancia in bronzo dell’XI-X sec. a.C.
I reperti più interessanti di questa sezione, raccolti nell’ultima vetrina, provengono dal Bostel di Rotzo. Qui sono stati portati alla luce i resti di un abitato d’altura della seconda età del Ferro (V-II sec. a.C.) che dovette svolgere una funzione di sfruttamento e controllo commerciale dell’Altopiano di Asiago. I materiali esposti comprendono olle decorate, bicchieri, scodelle in ceramica grigia, pesi da telaio, alari decorati, un manico di utensile in corno e parti di chiavi e di una maniglia in ferro. |
Sezione B Questa sezione è interamente dedicata all’esposizione didattica dello scavo, avvenuto tra il 1981 e il 1986, della casa-laboratorio della seconda età del Ferro (V-II sec. a.C.) di Santorso. Il percorso di visita ripropone e ricostruisce i vari ambienti della casa, che furono usati in momenti diversi e con scopi differenti. Il primo vano che si incontra (vano G, ripostiglio/dispensa) è tra i più antichi (IV sec. a.C.). I materiali rinvenuti in questo ambiente sono esposti in sei vetrine e consistono prevalentemente in numerosi manufatti in bronzo e ferro, un frammento di fibula "La Tène", 8 esemplari di aes rude, diverse scorie ferrose, parti di contrappesi troncopiramidali e discoidali, alari a mattonella, frammenti ceramici e un grande dolio decorato.
Al vano B sono dedicate due ricche vetrine, una connessa alla funzione abitativa dell’ambiente (IV-III sec. a.C.), l’altra legata alla sepoltura che fu rinvenuta al suo interno (inizi III sec. a.C.). La vetrina 7 raccoglie oggetti d’ornamento personale, utensili in ferro e bronzo, macine e pestelli, frammenti ceramici e altri materiali. All’interno dello stesso vano furono scoperte due sepolture infantili, una di neonato senza corredo, l’altra di una bambina con deposizione di alcuni oggetti, entrambe deposte in seguito alla defunzionalizzazione dell’ambiente. Gli oggetti del corredo sono raccolti nella vetrina 8 e sono perlopiù oggetti d’ornamento e d’abbigliamento in bronzo, vaghi di collana in pasta vitrea e ambra, associati con alari a mattonella e manufatti litici.
Il vano B1, interpretato come dispensa/cucina, appartiene alle ultime fasi di vita della casa (fine IV-inizi III sec. a.C.); il ritrovamento di un cospicuo numero di ceramiche da cucina e da mensa - disposte lungo vetrine 9, 10 e 11 - conferma questo suo ruolo. Accanto a queste testimonianze sono esposti un macinello con pestello in trachite e manufatti metallici.
Il laboratorio per le attività metallurgiche (vano A) è oggetto della vetrina 12, in cui sono esposte una serie di testimonianze archeologiche del IV sec. a.C. comprovanti la destinazione artigianale di questo vano: scorie metalliche, frammenti di dischi scoriacei, scaglie di martellatura, microsfere scoriacee, frammenti di ferro lavorati, lingottini di rame e bronzo, una valva di fusione e altri materiali. In una fase successiva, sempre nel IV sec. a.C., il vano A venne diviso e adibito a spazio abitativo. Tale fase della casa/laboratorio è documentata nelle vetrine 13 e 14, in cui si trovano una piccola ma preziosa testa fittile modellata a rilievo, appartenuta ad un vaso di grandi dimensioni, alcuni oggetti d’ornamento, manufatti in bronzo e osso lavorato, oltre a frammenti di ceramica comune.
Nei ripiani della vetrina 15 sono riposti frammenti di intonaco e macine in trachite provenienti dai vani della struttura.
Il presumibile ambiente di ingresso della casa (vano C) è documentato da accessori del focolare (alare a mattonella), un frammento di macina e una cuspide di freccia in ferro di metà IV sec. a.C. (vetrina 16). Le vetrine 17 e 18 si riferiscono alle fasi finali di abbandono della struttura plurivano (metà III-II sec. a.C.).
Il percorso museale continua nelle tre vetrine dedicate al vano D (19, 20 e 21), ovvero il vano accessorio occupato probabilmente da un telaio verticale, del quale si ha testimonianza in alcuni pesi fittili. In questo settore dell’esposizione si trovano la riproduzione di un telaio e un plastico ricostruttivo del villaggio cui apparteneva la casa.
L’ambiente F, altro vano accessorio, è ben rappresentato dalle vetrine 22 e 23, la prima contenente soprattutto frammenti di vasellame, la seconda materiale metallico. Lo scavo ad ovest del vano F ha portato alla luce due ulteriori ambienti accessori (E e H).
A sé stanti sono le vetrine successive, dedicate alla fase di romanizzazione di Santorso, che espongono pesi da telaio, tegole, alcune monete, frammenti ceramici, manufatti in bronzo e interessanti bronzetti (due Ercole combattente, un Ercole stante, un uomo loricato e un sacerdote-offerente).
Di recente installazione è l’ultima vetrina, dedicata ai ripostigli con decine di monete romane rinvenuti a Santorso nell’area denominata C7. |
Sezione C Questa sezione, recentemente allestita, espone in due vetrine i reperti dalla località Madonnetta di Sarcedo, dove fu rinvenuta una necropoli tardo-romana (IV sec. d.C.), composta da 22 tombe a rito misto (incineratorio e inumatorio), quasi tutte provviste di corredo. Tra i materiali più interessanti in esposizione vi sono oggetti d’ornamento e di abbigliamento personale, quali fibule a tenaglia, armille a testa di serpente, anelli, orecchini e vaghi di collana. |