Sala XVII. Preistoria veronese La sala ospita una ricca documentazione di reperti preistorici scoperti nel territorio veronese tra la metà dell’Ottocento e la seconda metà del Novecento. La prima vetrina è dedicata al Paleolitico Inferiore (2,5 milioni-120.000 anni fa) ed accoglie le testimonianze provenienti dalle cave di Quinzano (esempi di selci e un occipitale umano), da Ponte di Veja (esempi di industria litica del Paleolitico Inferiore), da Cà Palui (bifacciali) e da Lunghezzano (un’amigdala e un deposito d’argilla acheuleano).
Appartengono al Paleolitico Medio (120.000-36.000 anni fa) i reperti esposti all’interno della seconda vetrina, provenienti da Covoli di Velo (cranio di orso speleo), Monte Loffa (esempi di industria musteriana del gruppo "La Quina"), Cave di Quinzano (due tipi di industria musteriana), Riparo di Fumane (industria litica musteriana), Riparo Mezzena e Riparo Zampieri (abbondanti esempi di musteriano europeo e un frammento di mandibola con mento prominente).
La terza vetrina raccoglie le testimonianze del Paleolitico Superiore (36.000 – 10.000 anni fa), rinvenute nei siti di Torbiera di Barbarago (cranio di bos primigenius), Grotta di Fumane (fotografie di conchiglie e ossa lavorate), Riparo Tagliente (esempi di industria litica epigravettiana recente, frammento di mandibola e una collana di conchiglie).
Il percorso procede con l’esposizione delle evidenze neolitiche scoperte nel Veronese e, in particolar modo, da: Quinzano (bicchieri e vasi a bocca quadrata, accette in pietra verde, grattatoi, idoletti e pintaderas, frammenti di ceramica figulina, un bicchiere tulipaniforme e una sepoltura di inumato rannicchiato), che rappresenta un insediamento tipico della Cultura dei Vasi a Bocca Quadrata (V millennio a.C.); Rivoli Chiazza (ceramica decorata con motivi caratteristici); Rivoli Castelnuovo (vasi a bocca quadrata decorati a spina di pesce, una raffinata statuetta stilizzata di Venere, ceramica di tipo "Aichbul"). Sono esposte anche attestazioni del Neolitico provenienti da altri siti archeologici veneti (non solo dalla provincia veronese), come ad esempio Fimon (ciotola e bicchieri a bocca quadrata) e Bocca Lorenza (asce in rame, numerosi attrezzi in osso, utensili per la tessitura ed esempi di industria litica). L’ultima parte di questa vetrina è dedicata all’Eneolitico, fase di passaggio tra l’età della pietra e l’epoca dei metalli. I siti che hanno restituito indicazioni riguardanti questa fase sono Colombare di Negrar (vasellame decorato con motivi strisciati e a metope, una pintadera in terracotta, due asce in pietra e in rame e numerosi esempi di industria su osso) e Villafranca Veronese (un pettorale d’argento decorato a punti sbalzati e un’alabarda in rame).
Particolarmente interessante è la serie di testimonianze dell’età del Bronzo, esposte nella quinta vetrina. Esse provengono da Barche di Solferino (numerosi esempi di ceramica grossolana tipica della Cultura di Polada, asce ad alette, spilloni, pugnali bronzei, il calco di una ruota a raggi di legno e un falcetto in legno con armatura di elemento in selce), Bor di Pacengo (ceramiche e manufatti in bronzo) e Porto di Pacengo (ascia in pietra verde immanicata in corno di cervo). Anche la sesta vetrina contiene materiale dell’età del Bronzo, scoperto a Cisano (numerosi frammenti ceramici, elementi bronzei ed elementi in osso decorati), Tombola di Cerea (abbondante materiale ceramico e scarsi esempi di manufatti metallici), Fabbrica dei Soci (materiale ceramico), Venezia Nuova (ceramica), Castello del Tartaro (ceramica con influenze particolari della regione adriatica), Peschiera (eccezionale quantità di bronzi, tra cui ricordiamo fibule, spilloni e lame di diverso genere), Bovolone (tre urne funerarie riferibili alle fasi finale del Bronzo medio e iniziale del Bronzo recente) e Franzine Nuove di Villabartolomea (urne e corredi del Bronzo recente).
L’ultima vetrina illustra, nella prima parte, la fase di transizione tra l’età del Bronzo e quella del Ferro, documentata dai reperti giunti da Cop Roman (resti ceramici), Marano (materiale ceramico), Croson di Bovolone (urna e rasoio quadrangolare decorato a punti incisi), Ponte Molino di Ostiglia (urna e vasetto accessorio) e Monte Tesoro (un coltello tipo Matrei). L’età del Ferro è testimoniata da alcuni reperti provenienti da Isola Rizza (urna), San Briccio di Lavagno (materiale ceramico e metallico e un frammento di situla bronzea), Oppeano (grossi vasi zonati, situle in bronzo e corredi della cultura atestina di VIII-V sec. a.C.), San Vito di Cerea (fibule a navicella), Campo Paradiso (oggetti d’ornamento in bronzo), Colognola ai Colli (fibule a drago), Monte Loffa (abbondante materiale ceramico e in ferro) e Vigasio (spadadi tipo "La Tène").
L’ultima parte della vetrina tratta delle incisioni rupestri rinvenute lungo le rive del Lago di Garda, nella zona tra Garda e Malcesine, la cui cronologia va dalla Preistoria ad oggi.
Nel 2011 è stata allestita all'interno della sala di Preistoria una sezione permanente dedicata alle sepolture. L'esposizione si propone di illustrare in maniera chiara l'evoluzione del rito della sepoltura nel corso dei millenni, dal Paleolitico all'età del Bronzo. Grazie a questa esposizione si pongono a confronto numerosi contesti funerari rinvenuti nel territorio veronese, quali le necropoli di Franzine Nuove, Nogara, Bolovone e il recente ritrovamento di Cellore di Illasi che va ad arricchire le nostre conoscenze relative al contesto preistorico veronese. |