Sala “Anna Rinaldi Gruber” La prima sala ospita i reperti rinvenuti nel territorio colognese appartenenti all’orizzonte cronologico compreso tra il Neolitico e l’età del Bronzo.
La prima teca contiene oggetti in terracotta (tazze carenate e globulari) ed elementi di industria litica (bulini, grattatoi, nuclei e stacchi di lame, due accette in pietra verde levigata) rinvenuti presso il sito di Santa Giustina di Baldoria, dove esisteva un villaggio neolitico relativo alla Cultura di Fiorano.
La seconda vetrina espone materiale attribuibile all’età del Rame, o Eneolitico (III millennio a.C.), venuto alla luce in diverse località del comprensorio colognese. Da Spessa proviene il corredo di una tomba con un’alabarda in rame, un frammento di pugnale, una spirale in filo di rame ed elementi in selce; da Bernardine di Coriano (fondo Lante) un piccolo ripostiglio di lame in selce e, infine, da Roveredo di Guà e Sabbion due accette in pietra verde levigata della metà del IV millennio a.C.
La terza e la quarta teca sono dedicate all’insediamento dell’età del Bronzo di Sabbionara di Veronella. In particolare, la prima vetrina espone il materiale ceramico riferibile alla prima fase di occupazione dell’abitato (Bronzo Recente, XIII-XII sec. a.C.), che include diversi tipi di tazze, un vaso biconico e due dolii. La vetrina successiva espone reperti relativi alla seconda fase di popolamento dell’insediamento, tra X e IX sec. a.C., momento in cui il villaggio assunse un ruolo sempre più rilevante all’interno della rete di commerci e scambi nella Bassa Veronese. Si possono ammirare: due fibule ad arco di violino, scalpelli, spilloni, orci ansati, vasi biconici, pesi da telaio, un ago di fibula ad arco serpeggiante e utensili in osso e corno (zappette, placca di cintura, osso forato).
A pochi chilometri dal sito di Sabbionara è stata rinvenuta una vastissima necropoli, presso Desmontà. Il sepolcreto copre un arco di tempo compreso tra l’XI e il IX sec. a.C. I corredi sono molto semplici e solitamente sono costituiti da un’urna cineraria biconica con ciotola di copertura, nonché fibule, fusaiole e gioielli per le tombe femminili o spilloni per quelle maschili. Piuttosto interessante è la tomba di Albaredo d’Adige, attribuibile probabilmente ad una bambina, contenente un torques, armille, fibule e un poppatoio a forma di piedino. Un posto di rilievo occupa la teca riservata ai due schinieri, in lamina di bronzo decorata con uccelli acquatici, rinvenuti sempre presso la necropoli di Desmontà. |
Sala “Cesare Gardellini” La seconda sala custodisce oggetti del territorio di Cologna Veneta attribuibili all’età del Ferro. Le prime quattro vetrine sono interamente dedicate alla necropoli di Baldaria (IX-VI sec. a.C.), scoperta sul finire del secolo XIX durante i lavori di sterro per il nuovo alveo del fiume Guà, ed espongono vari tipi di fibule (tra cui una con tre scimmiette), pendagli, bracciali, anelli, aghi, due placche di cinturone decorate con spirali e uccelli acquatici, i manici di una situla, perline in pasta vitrea, un coltello, diversi tipi di spilloni, urne cinerarie, una cesoia, un forchettone, uno scalpello, elementi di morso di cavallo, ganci e dischi. Negli anni ’80 del secolo scorso, nelle vicinanze della necropoli di Baldoria è venuto alla luce un abitato protostorico, di cui ci sono testimonianza alcuni frammenti ceramici, macine, pesi, anelloni in terracotta, due asce ad alette in bronzo, un cinturone, un amo in bronzo, una figurina fittile di cavallo, un colino, rocchetti e fusarole.
L’ultima teca espone materiale proveniente da varie località del Colognese: un’ascia ad alette (VIII sec. a.C.) da San Sebastiano di Pressana, un coltello con teoria di anatrelle (X sec. a.C.) da Bernardine di Coriano, una fibula a navicella (VI sec. a.C.) da Cà del Bosco e un ripostiglio celtico di materiale bronzeo (borchie, fibbia, fibule varie tra cui due a mascherone) da Sant’Agata.
Nell’ultima parte della sala si trovano sei anfore romane, vari frammenti di lapidi e iscrizioni romane appesi al muro, una bellissima pergula altomedievale con pavone decorata su ambo i lati e, più in basso, alcune tubazioni in trachite da Caneviera, due elementi di macina e un mortaio. |
Sala "Eusebio Checchetti" All’interno dell’ultima sala sono esposte le testimonianze di epoca romana e altomedievale del territorio colognese, rinvenute soprattutto in contesti funerari. Dalla località Sule proviene un corredo funerario composto da un piatto in vetro verde, balsamari e coppe in vetro, lucerne e un cilindro d’osso. Nel territorio sono venute in luce anche numerose monete romane, tra cui un denario di Adriano, specchi, coppe in terra sigillata, un piatto in vernice nera, anforette, lucerne, cucchiai, forchette, un tintinnabulum, un elemento idraulico, un nutrito numero di materiali vitrei (urne, bottiglie, coppe costolate, bastoncini e balsamari), olpi, una statuetta di Mercurio e una piccola piramide.
Importanti ritrovamenti si sono avuti anche presso la necropoli di Sant’Agata (I sec. a.C.-II sec. d.C.). Si tratta di coppe in argilla grigia, olpi, un askos, una patera, un aryballos, piccole lucerne, bicchieri, brocche in terracotta e balsamari, bottiglie, un’hydria e aryballoi vitrei. Al centro della sala si trova la ricostruzione di una tomba ad anfora con coperchio a tegolone e con corredo funerario.
La necropoli di Gazzuoli Sabbion (I sec. d.C.) ha restituito diversi oggetti appartenenti a corredi funerari, composti da materiale sia vitreo (hydriai, ampolle, balsamari) sia ceramico (coppe in argilla grigia, coppette in terra sigillata, bicchieri di tipo "Aco", lucerne, coppe in ceramica comune).
Dal sepolcreto di Gazzuolo Minerbe (I-II sec. d.C.) ci sono giunti olpi, lucerne (di cui una con Giove Ammone) un frammento di balsamario, uno specchio in bronzo e una fibula. All’interno della stessa vetrina è presente anche materiale bronzeo di epoca romana e longobarda (fibule, spilloni, appliques, bracciali).
Infine è esposto un cippo militare mutilo dell’imperatore Magnenzio (350-353 d.C.). |
La preistoria e l’età romana del territorio sinistra Adige , a cura di Zorzin R., Cologna Veneta 1990. |
L’abitato e la necropoli di Sabbionara di Veronella , Cologna Veneta 1992. |
Musei e raccolte archeologiche del Veneto , a cura di Di Mauro A., Dosson di Casier 2004, pp. 125. |
Dal Cero B., Il Museo Civico Archeologico di Cologna Veneta , in Archeologia e idrografia del Veronese a cent’anni dalla deviazione del fiume Guà (1904-2004), a cura di Leonardi G., Rossi S., Cologna Veneta 2005, pp. 87-103. |
Bonetto J., Veneto (Archeologia delle Regioni d'Italia), Roma 2009, pp. 360-361. |